lunedì 21 ottobre 2013

La scala delle verità

Capisco la "scala delle verità" di Odifreddi, ma lui non capisce quella parte del senso delle parole che è costituita dalla cornice emotiva ed evocativa entro cui vengono comprese, la quale non ha nulla a che fare con la verità, cioè con la descrizione di ciò che è, ma con la descrizione di ciò che si sente dover essere. Tale dover essere non sempre merita critica, ma a volte, e sembrerebbe questo essere il caso, esso merita invece un dogmatismo ragionevole. Col tempo gli storici ci diranno come si riterrà che sia andata, ma adesso, oggi, l'olocausto e le camere a gas gridano ancora vendetta. Nessuno naturalmente nega la critica in ambito storico, e la libera ricerca su tutto, compreso la Shoà. Ma la "verità" di essa non sta nella scala di Odifreddi, non è una verità che si possa determinare solo con metodi di verifica. Forse non è nemmeno una "vera verità", ma sicuramente il monito che essa ci lascia ha la forza di convincerci a trattarla come una verità di ordine superiore a qualsiasi di quei metodi. 


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