sabato 5 ottobre 2013

ISLAM E COMUNISMO

Un tempo del comunismo si diceva che, al contrario di quanto sostenessero i comunisti degli stati democratici, non potesse avere una forma democratica che consentisse la protezione dei diritti umani e le libertà fondamentali, e che la prova di ciò erano gli stati oltre cortina. Al che i comunisti nostrani rispondevano che il comunismo sovietico era solo una parodia del vero comunismo, e che invece il vero comunismo sarebbe stato libertario,e non oppressore; purtroppo però i sovietici, e in particolare Stalin, avevano pervertito le istanze libertarie del comunismo verace. Nonostante ciò non si diede un solo regime comunista che non soppresse tutte le libertà e che non violò tutti i diritti umani. Certo, alcuni regimi furono meno oppressivi di altri: la Yugoslavia di Tito non era la Cambogia di Pol Pot, ma tutti furono accomunati dall'essere stati totalitari, ognuno a suo modo.
Oggi vediamo che, allo stesso modo, non v'è alcun stato che si governi in base ai principi dell'Islam, che non opprima tutte le libertà e non calpesti tutti i diritti umani. Naturalmente il Marocco non è l'Iran, ma ogni stato islamico a suo modo è distruttore di qualsiasi diritto, fino ad arrivare all'impiccagione degli omosessuali e la repressione violenta non solo degli oppositori politici ai potenti di turno, ma anche di chi professa religione diversa dall'Islam, e, come accade in Turchia, di chi si permette, da ateo, di fare della goliardia sul Paradiso. Non diranno i nostri islamici che quello non è vero Islam? Che l'Islam è una religione di pace?
Ma il dubbio viene di sostenere che come l'applicazione dei testi Marx-leninisti porti alla dittatura della burocrazia, l'applicazione del Corano porti alla dittatura clericale e all'inquadramento totalitarista di tutta la società.

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