Per il leviathano sindacale e i suoi inermi affiliati, l'abolizione dell'art. 18 è il male, poichè rappresenterebbe, dicono, la libertà del ddl di licenziare arbitrariamente. Tale libertà, continuano, verrebbe abusata subito ed usata come mezzo di coercizione di repessione delle istanze di rivendicazione dei lavoratori. A parte che dietro questa concezione si intravede il solito leit motiv della lotta di classe, ma da un certo punto di vista non hanno tutti i torti.

Libertà di licenziare in maniera arbitraria. Cioè, libertà dell'imprenditore di licenziare in accordo con la propria volontà. Cioè, ancora, in accordo con il proprio giudizio, a cui si suppone quella volontà si ordinata.
Ma per il Leviathano l'arbitrio dell'imprenditore è in realtà facezia, capriccio, ed è orientato dall'odio pregiudizievole verso i dipendenti e il suo senso di smisurata superiorità.
Ma noi dobbiamo però considerare che un imprenditore non può agire sempre in maniera arbitraria. Primo perchè nessuno lo fa, se non i malati di mente, secondo perchè l'imprenditore deve seguire dei comportamenti che lo portino verso la creazione di profitto (e di valore necessariamente). Il profitto forza e direziona il suo comportamento, nel senso che lo vincola o lo limita con dei confini.

In particolare, l'imprenditore ha bisogno di validi collaboratori che lo aiutino nella sua opera di creazione del valore. Purtroppo però, spesso, la capacità di giudicare la validità complessiva di un dipendente è una competenza difficile da acquisire, come è difficile giudicare un candidato in un solo colloquio di lavoro. Molte aziende a questo proprosito infatti fanno numerosi colloqui al singolo candidato, al quale vengono anche somministrati test cognitivi di ogni tipo. Eppure, anche chi può permettersi di mettere in campo un apparato di selezione del personale così efficiente, sa che il modo principale per capire se una persona è utile o no all'azienda è quello di metterlo alla prova.

Certo, oggi ci sono i periodi di prova. Ma tali periodi nella maggior parte dei casi non sono affatto sufficienti (oggi 3 mesi), perchè l'imprenditore o il suo delegato spesso hanno pochissimo tempo da dedicare ai nuovi assunti. Specie nelle piccole e medie aziende la selezione e la valutazionedel personale è approssimativa per mancanza di riosorse, e per mancanza di competenze specifiche.

E allora quale metodo migliore di selezione se non quello di assumere qualcuno con l'opzione di poterlo licenziare quando e come si preferisce qualora ci si accorga che il lavoratore non è adatto al suo ruolo?

Questo aumenterebbe il turn over e non necessarimante l'occupazione. Ma non è questo il problema perchè aumenterebbe le opportunità di lavoro, e molto probabilmente il lavori fatti per persona, cioè le esperienze e dunque le competenze. Cioè nel grande numero significherebbe aumeno significativo delle capacità produttive del lavoro.

In secondo luogo vi è una ragione di efficienza. Il fatto che l'imprenditore possa riformulare la squadra dei collaboratori ogni volta che lo riiene necessario, e possa farlo in fretta, con la spesa minima in adempimenti e rotture di scatole, significa che l'azienda diviene più dinamica, più facilmente capace di aggiustamenti in funzione dei cambiamenti ambientali.

Nel giro di 10 quanti saranno gli occupati medi di un'azienda libera rispetto a una con licenziamenti bloccati? Quanto sarà più solida la prima rispetto alla seconda?

Certo, si dirà, tanti licenziamenti saranno proditori, assurdi, immotivati, vili ecc. ma come d'altro canto si può credere che una legge ostativa come quella dello Statuto possa risolvere o conculcare la proditorietà, l'assurdità, l'arbitrarietà, la viltà di un imprenditore? Tutti questi elementi di umanità sono parte integrante della vita di ognuno di noi, e non solo in ambito lavorativo. Vorremmo forse essere protetti dal tradimento erotico dalla legge? O che le nostre amicizie fossero protette dall'invidia da un regolamento?

O invece prereriremmo subire la probabilità di essere trattati ingiustamente, ove di contro vi fosse anche la massimizzazione di quella di essere trattati davvero secondo il nostro valore?

Ma per il Leviathano la legge deve "proteggere" i lavoratori, con una legge che impedisca che siano selezionati i maniera efficiente. A meno che non siano giovani, allora possono pure essere licenziati ogni alito di vento. I contratti a tempo infatti servono a questo, a rendere licenziabili i giovani in modo tale da proteggere gli anziani.

Se infatti tutti i lavoratori avessero le stesse regole, la licenziabilità degli anziani farebbe sì che le chance di una loro sostituzione, in funzione di un ambiente ad aumentata competizione, da parte di un giovane aumenterebbero.

Il che renderebbe tutto il sistema più competitivo e impedirebbe al Leviathano di nutrirsi della carne giovane dei suoi sudditi più deboli.